A – I materiali

Esistono superfici superidrofobiche in natura quali le foglie di lotus o di verza, le ali di alcune farfalle,etc. Tuttavia non tutte le foglie godono di tale proprietà. Procuratevi foglie di cavolo, verza, salvia, lotus e nasturzio se disponibili e altre foglie di vario tipo e analizzatele.
Si può poi osservare il diverso grado di idrorepellenza nei materiali artificiali, alcuni dei quali appositamente strutturati alla micro e nanoscala per raggiungere la superidrofobicità. Ritagliate dei quadrati di parafilm, carta
cerata, plastica, vetro, carta filtro, alluminio,stoffa, etc.
Procuratevi infine una superficie di Teflon (pentole antiaderenti), stoffa NanoTex, polvere di aerogel o guaina isolante ricoperta dallo stesso materiale, un barattolo di sabbia magica.


B – Raccolta dati tramite immagini digitali

Con una pipetta od un contagocce deponete su ciascun campione una singola goccia. Scattate una foto della goccia per ciascun campione. Per una miglior riuscita delle foto ponetevi con l’obiettivo esattamente a livello della separazione goccia/superficie; evitate sul bancone e sullo sfondo superfici eccessivamente riflettenti; scegliete uno sfondo di colore tale da far risaltare la goccia.
 


C – Misura dell’angolo di contatto

Stampate le foto o inseritele in un documento elettronico (doc,ppt, paint etc…). Fate estrema attenzione a mantenere le proporzioni originali e a non deformare la foto quando ridimensionate per trascinamento! Disegnate e misurate l’angolo di contatto direttamente col goniometro o per via trigonometrica. Stilate una classifica delle varie superfici dalla meno idrorepellente a quella più superidrofobica.